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fino a quando si deve spingere un fotografo naturalista nel modificare le foto?

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Messaggio Da mimmo123 Sab Giu 27, 2009 11:46 am

Come suggerito dall'amico Folaga sposto l'argomento sui ferri del mestiere.
Ovviamente la mia è stata una provocazione per sollevare la questione che ritengo molto interessante.
In breve io penso che questa sia una questione che non rientra esclusivamente nell'etica ( rappresentare fedelmente la realtà senza modificarla ) ma anche nella ricerca di un qualcosa di artisticamente bello e piacevole.
Parlando di etica professionale la prima cosa che viene in mente è non modificare la realtà delle cose fotografate;non intervenire con una modifica ai colori e non con il timbro clone.
Prima domanda:
1) Ma se i colori della foto, a causa di una non corretta esposizione sono troppo sbiaditi o troppo carichi?
E' opportuno in questo caso intervenire per riportare i colori a quelli originali del soggetto?
Per me, non ci sono dubbi, la risposta è si.
Secondo me è sbagliato modificare i colori perchè la foto è più bella, ma cercare di riportare i colori in modo più fedeli alla realtà è giusto.
Ora nell'esempio da cui siamo partiti ( la foto della camosciara) ho modificato o meno la realtà.
Io credo di no.
Mi spiego meglio.
Tecnicamente non è possibile riportare fedelmente i colori di una scena che ha due livelli di luminosità molto differenti tra di loro.
Esempio classico il tramonto del sole; mentre l'occhio umano riesce a unificare le due luminosità, la pellicola o il sensore delle macchine digitali no.
Se tenti di scurire il cielo il terreno diventa eccessivamente scuro, o se tenti di schiarire le ombre del terreno il cielo diventa troppo chiaro.
Il modo migliore per rappresentare la realtà è fare due foto;
-La prima con la quale si espone correttamente in cielo e la seconda esponendo correttamente il terreno.
In fase di postproduzione si interviene unendo le due foto e prendendo le parti esposte correttamente.
Mi sembra corretto non si fa altro che rappresentare la natura come la vede l'occhio umano e come era nella realtà.
Paradossalmente se io non intervengo nell'unione delle foto nessuna delle due rappresenta la realtà.
Esempio:
Prima foto:
fino a quando si deve spingere un fotografo naturalista nel modificare le foto? _mg_6113

Il cielo è eccessivamente chiaro, mentre la parte inferiore è correttamente esposta ed ha buone tonalità.


Seconda foto
Nonostante abbia tentato di esporre correttamente sia il cielo che il terreno, l'acqua della cascata non è correttamente contrastata.
fino a quando si deve spingere un fotografo naturalista nel modificare le foto? _mg_6114

Terza foto con unione delle due precedenti


Io credo che unendo le due foto il risultato sia migliore sia sotto l'aspetto estetico che sia su quello etico perchè rappresenta esattamente quello che vedevo in quel momento e che non riuscivo tecnicamente a riportare sul sensore e poi successivamente i fase di postproduzione.

fino a quando si deve spingere un fotografo naturalista nel modificare le foto? _mg_6112
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Messaggio Da Folaga Dom Giu 28, 2009 2:16 pm

Ciao Mimmo,
sono molto contento che hai aperto questo post. Very Happy
L’ argomento che poni è complesso e presenta, a mio giudizio, diversi aspetti da trattare.
Credo che sia necessario distinguere la questione artistica dalla naturalistica.
Una foto artistica che cosa è? Una foto naturalistica che cosa è? scratch
Ogni fotografo dovrebbe cercare di produrre degli scatti che si addicano il più possibile al suo intento creativo ed al suo stile.

Se si vogliono fare delle foto artistiche allora il problema non esiste, perché l’arte, in certi casi, ci consente di infrangere delle regole del “vero” per raggiungere il fine artistico (come per esempio le licenze poetiche): infatti anche per la fotografia esistono delle tecniche che consentono di raggiungere particolari fini artistici, creando delle immagini attraverso una serie di elaborazioni grafiche digitali.
Nel tuo caso specifico, infatti, sempre dal punto di vista artistico, esiste una tecnica fotografica (bracketing) che consente di realizzare più scatti con diverse esposizioni e una tecnica di fotoritocco(HDR, High Dynamic Range) che consente la rappresentazione, tramite l’elaborazione della stessa foto con esposizioni diverse, di valori di illuminazione molto bassi o molto alti.
Queste due tecniche, combinate tra loro, possono dare un risultato finale molto interessante e l’immagine prodotta è evidentemente il frutto di una creazione artistica che si avvale delle tecniche fotografiche e dei relativi software (ti invito a provare a rielaborare le tue foto della cascata utilizzando l’HDR, su Photoshop devi installare un plug-in, oppure prova a scaricare la versione free di Photomatix Pro 3.1).Tutto questo porta, secondo me, alla realizzazione di foto che sono esteticamente belle e che denotano una abilità, oltre che di fotografo, anche di utente di software informatici (anzi si possono verificare situazioni estreme dove il lavoro del fotografo viene soppiantato da quello del software).

Se si vogliono fare delle foto naturalistiche il discorso si complica un pochino in quanto, sempre a mio parere, tali foto si propongono di riprodurre in maniera “fedele” la natura che ci circonda. La discussione può nascere intorno al metodo per raggiungere questo obiettivo: cercare di migliorare e di rendere il più possibile veritieri i nostri scatti o ricorrere al software per correggere o modificare certi aspetti delle foto? In entrambi i casi, in tutta onestà, soprattutto se si scatta in formato RAW, è necessario intervenire con la post produzione che, se limitata a piccoli aggiustamenti come bilanciamento dei colori, contrasto e ridimensionamento, permette alla foto di conservare un carattere “naturale”, mentre se la post produzione diventa il mezzo preponderante per ottener il risultato desiderato e se la foto finale è il prodotto di diverse elaborazioni grafiche, allora credo che la foto in questione si allontana dal genere naturalistico.

Nel tuo caso, io forse, avrei cercato di ottenere un buon risultato lavorando sul secondo scatto, compensando un pochino l’esposizione ed il contrasto solo sulla parte bassa della foto (tu sai che cerco di limitare al minimo la post produzione, e comunque di scegliere sempre il mezzo meno invasivo possibile).
Ovviamente si tratta di scelte individuali la cosa più bella è l’onestà nel dichiarare certi interventi, così da poter fare apprezzare a chi guarda la foto, non solo lo scatto, ma anche un’originale e particolare intervento di post produzione.

grazie per il tuo intervento Very Happy
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Messaggio Da flavio_president Lun Giu 29, 2009 3:21 am

Ciao ragazzi.
Mi aggiungo pure io al coro.
In sntesi sono d'accordo con folaga in merito alle valutazioni fatte in materia di foto artistiche.

Per quanto riguarda la foto naturalistica il mio pensiero è il seguente:
ritrarre la natura il più fedelmente possibile secondo me necessita prima di tutto di una principale preparazione dello scatto sul campo.
Meno interveniamo e più la foto sarà genuina se lo scatto è stato realizzato correttamente. Meno mani mettiamo sullo stesso, meno manipoliamo e più saremo sinceri con le nostre immagini nei confronti di chi le osserva.
Però l'osservatore non può sempre rendersi conto di quanto una foto sia stata ritoccata e quindi la questione assume un aspetto etico individuale.

Io parto dal presupposto di cercare ,come folaga, di limitare gli interventi, avendo sempre come fine la rappresentazione fotografica della realtà per come appare. Anche se tra lo scattare la foto sul campo e lavorare sul ricordo di quello ch si è visto già di per se introduce delle variabili.

Il più bel complimento che mi è stato fatto per diversi scatti è stato che l'immagine che avevo prodotto risultava naturale. Attenzione: non eccezionale ma naturale!
Ero riuscito, come mi sforzo sempre di fare, a trasferire nell'osservatore la sensazione di vedere le cose per come sono, come se fosse lui stesso a vederle in quel momento e non per come mi sarebbe piaciuto che gli apparissero se ne avessi esaltato l'aspetto alterandone le caratteristiche.
La spettacolarità personalemente non la cerco nell'esaltazione dei colori e dei contrasti ma piuttosto nella straordinarietà di un comportamento, di una luce particolare di un momento colto, della rarità del soggetto.
Nel caso della fusione di due immagini trovo l'eccezione a questo mio discorso in ciò che propone Mimmo, nel senso che è vero che nel caso che illustrava il cielo non può venire correttamente esposto se il resto della foto richiede un'apertura di diaframma differente, salvo i casi in cui si introducono filtri di compnesazione (ma anche lì dipende...). Quindi unire le due foto, solo se strettamente necessario, in questo caso non lo ritengo un crimine.
Cosa diversa è unire due foto dove la prima ha le luci del ciel sereno e la seconda dalla quale utilizziamo il cielo la andiamo a prendere con le nuvole sostituendole, seppur nella stessa porzione di immagine, dove prima c'era il cileo terso! Qui siamo in pieno fotomontaggio e quindi nell'area artistica e non naturalistica.

Tutto ciò che è timbro clone per eliminare il classico rametto davanti al soggetto o che sostituisce gli elementi presenti nello scatto originale per me non rientra nell'etica del fotografo naturalista. Ciò rientra in un tipo di postproduzione invasiva che conferirà all'autore dei riconosimenti sotto il profilo estetico-informatico che però ritengo personalmente lontane dal concetto di fotografia naturalistica.

Dichiarare che si è utilizzata una postproduzione elaborata che in qualche modo ha cambiato i contenuti dello scatto originale è onesto nei confronti degli utenti ma non per questo ,a mio avviso, conferisce l'attnuante per essere definito comunque naturalistico. Very Happy

E se clonassi la parte terminale di un palco di un cervo perchè ce l'ha danneggiato? Ma perchè non esaltare il rosso di un tramonto e doversi invece accontentare di una luce naturale ma meno spettacolare? Una cilegia tira l'altra... Neutral
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Messaggio Da Folaga Lun Giu 29, 2009 11:44 am

Ciao belli,
visto che il discorso prende piede vi invito a visitare questo sito A.F.N.I. http://www.afni.org/html/chi%20siamo.htm, dove tra le varie cose si parla del fotografo naturalista e di etica fotografica.

Alcuni tra i più grandi fotografi dichiarano che la miglio post produzione si fa prima dello scatto!!!
un fotografo naturalistico, per fare delle foto naturalistiche, deve sapersi adattare alla natura che ha intorno cercando di farne parte completamente... ad un tratto, mentre quel fotografo è diventato parte della natura, quest'ultima si aprirà a lui offrendogli spettacoli irripetibili. In quel momento, quel fotografo non avrà più bisogno di nessuna post produzione...
Il difficile è questo, almeno a mio parere, saper aspettare in silenzio, rispettando i tempi della natura.
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Messaggio Da mimmo123 Mer Lug 01, 2009 6:49 am

bellissima citazione che condivido pienamente.
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Messaggio Da laura Sab Giu 26, 2010 10:53 pm

Interessante e molto utile questo topic.
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